Alessandro Bolasco Da Cagliari A Londra Per Scoprire Un Destino Da Scrittore
Attraverso la scrittura possiamo raggiungere angoli della mente spesso dimenticati, spolverare cassetti rimasti chiusi per troppo tempo, dar voce a quella parte di noi che spesso resta sopita nell’animo, mettere a nudo contraddizioni e conflittualità che ci contraddistinguono, al di là degli stereotipi in cui ci troviamo a vivere. Attraverso la penna ho potuto viaggiare con la fantasia, evadere anche se momentaneamente dai problemi, reali e non, che mi hanno accompagnato negli anni, vivere una vita come qualche volta forse desidererei o avrei desiderato vivere, uscire da me stesso e dar vita ad altri personaggi, creare situazioni, creare vita.”
Sono le parole che escono dal profondo dell’animo di Alessandro Bolasco. E’ nato a Cagliari e in Sardegna è cresciuto tra famiglia, amici e studi. Ma il suo desiderio di uscire per scoprire mondi nuovi, dopo il percorso universitario lo porta a trasferirsi a Londra, per intraprendere un nuovo percorso di vita. “Avrei potuto mandare avanti lo studio di mio padre insieme a mio fratello, ma sentivo che non risiedeva lì il mio destino. Ero alla ricerca della mia strada e mi sono trasferito in Inghilterra, dove ad oggi ho maturato la maggior parte della mia esperienza lavorativa”.
A Londra, la passione per la scrittura, lo porta dopo una lunga meditazione, a dar vita ad un romanzo ambientato nel mondo societario. “Di me potrei dire niente e tutto – ci racconta circospetto -, tante sono le sfumature che l’immagine di uno scrittore, esordiente o stagionato che sia, può assumere agli occhi del suo pubblico. Il volto di una persona è come gli altri la dipingono nel loro immaginario ma è pur sempre plasmata alla maschera che si porta appresso.”
Ritornato in Italia dopo alcuni anni, Alessandro si trasferisce definitamente in Inghilterra con la sua neo-famiglia nel 2015. “Ho provato a tornare nella mia Cagliari dopo qualche anno, ma sono rientrato definitivamente a Londra nel 2015 insieme a mia moglie e a nostro figlio, il quale allora aveva tre anni e mezzo. Oggi ne ha dieci di anni e pian piano sta diventando grande. A volte, lo ammetto – dice Alessandro dopo una pausa – sento un pizzico di malinconia al rendermi conto che non è più il bambinello di una volta ma cresce e diventa uomo”.
Alessandro Bolasco nella City londinese è titolare di una sua attività di consulenza, coltiva allo stesso tempo questo desiderio di dare finalmente vita al suo romanzo. “Razionale e attento ai dettagli per via della mia formazione economico-aziendale e del lavoro, sognatore nell’animo, forse è questo connubio caratteriale che mi ha portato a scrivere un thriller finanziario. O forse sono stati l’indole metodica e posata di mio padre, commercialista in pensione peraltro apprezzato nel suo ambiente, e la natura artistica di mia madre, ex insegnante di musica. Difficile stabilirlo, ma nell’infinità di combinazioni possibili oggi sono diventato quello che sono.”
Scrivere per creare qualcosa di originale e vero che possa condividere con gli altri, per trasmettere emozioni e per raccontare, attraverso una storia, il mondo delle società, delle banche e di tutto quanto vi ruota attorno: questo è stato l’input interiore di Alessandro. “Credo che la scrittura non sia solo aggregante in quanto strumento per trovare affinità con i lettori ma abbia anche un effetto benefico, liberatorio. Arrivare al traguardo della pubblicazione non è stato in alcun modo scontato né è stato un percorso lineare. Mi ha richiesto tanto lavoro interiore, tanta autocritica e accettazione di quelle che sono state, nel bene e nel male, le critiche degli altri. Ho elaborato e rielaborato la trama. Ho corretto e ricorretto tante volte. Tante volte mi sono perso d’animo, ho esaurito l’entusiasmo, ho lasciato perdere.”
Dopo tante interruzioni quindi, tanto lavoro, tante modifiche e tanto desiderio di riuscire, termina ‘Alla luce dell’ombra’ forte della speranza che possa rappresentare il primo capitolo di una carriera da scrittore. “ ‘Alla luce dell’ombra’ è il mio primo romanzo e nasce dall’idea di raccontare un mondo tanto poco conosciuto quanto controverso, vissuto sulla pelle di tre personaggi. Là dove il sistema consentiva a capitali di qualsivoglia origine di filtrare dalle sue stesse falle e il confine del lecito rimaneva poco marcato. Non era un gioco di parole, ‘Alla luce dell’ombra’, ma la realtà nella quale dovevano rassegnarsi a esistere. Per sempre. Senza mai esporsi e senza mai scappare. Da fuggitivi potevano solo vivere nel silenzio, nell’oscurità, scrutando il mondo da un’intercapedine, camminando lungo il sentiero senza avventurarsi dove non potessero vedere, mimetizzandosi tra le fronde del sottobosco. Questo era il clima di suspense e incertezza che ho voluto trasmettere. Il tutto segnato talvolta da situazioni che, pur essendo parte della storia, allentano la tensione, così come capita nella vita”.
“Alla luce dell’ombra” (edito da Convalle – Isbn o codice id9788885434769) è ambientato fra Londra e la Svizzera delle banche di alcuni anni fa, e ruota attorno a tre personaggi. Tre individui; tre dimensioni; tre storie che, legate da un inscindibile filo comune, dovranno convergere in un unico punto d’incontro. Sempreché tutto vada come programmato. Sempreché neppure il minimo passo falso metta a repentaglio l’intero piano. Fino ad allora non vi sarà alcuna certezza, se non quella di non poter più tornare indietro. Quando, e soprattutto perché, i loro percorsi si congiungeranno non è dato sapere. Perché solo il tempo lo rivelerà. Solo gli eventi lo spiegheranno. Fino a quel momento, Jaan, Roberto e Eugene potranno solamente vivere alla luce dell’ombra.
Massimiliano Perlato