Vino: Società Excellence, distribuzione cuore della filiera
“Fino a qualche anno fa la parte della distribuzione era vista come una cosa marginale.Oggi invece si è organizzata e gestisce la parte del marketing, fa le scelte con il produttore e porta segnali e riscontri precisi di quello che è il mercato. I volumi di affari delle nostre aziende sono cresciuti del 25% rispetto al 2019”.
Sono le parole di Luca Cuzziol, presidente di Società excellence, una società cooperativa di 19 aziende che si occupa della distribuzione di vini e distillati di prestigio. Il gruppo sarà presente alla prima edizione di ‘Sana slow wine fair’, la fiera – organizzata da Bologna Fiere, con la direzione artistica di Slow Food e in collaborazione con FederBio, Confcommercio Ascom Bologna, e il supporto del ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale – che dal 27 al 29 marzo ospiterà a Bologna Fiere 500 cantine espositrici per tre giorni di incontri, degustazioni e masterclass.
“Per l’occasione sosteniamo masterclass di alto livello fornendo dei vini che sono introvabili – ha aggiunto Cuzziol – alcune delle degustazioni che si faranno sono davvero esclusive, perché destiniamo alla fiera una parte consistente delle bottiglie che potremmo mettere in commercio”.
Secondo Cuzziol, la forza della società sta nell’aver deciso di unirsi nonostante le aziende siano concorrenti sul mercato. Ci si occupa della formazione sugli agenti che fanno parte delle società, si controlla i prezzi dei vini sulle piattaforme e si condividono temi come la sostenibilità e il lavoro di qualità nei vari processi e nei confronti dei clienti.
“Grazie al fatto che lavoriamo come squadra con il Covid abbiamo stabilito un codice che ci ha permesso di sostenere i clienti in difficoltà con rateizzazioni”, ha affermato Cuzziol, preoccupato per le ricadute del conflitto in Ucraina. “Quello che sta accadendo ci riguarda prima di tutto dal punto di vista morale – ha aggiunto – stavamo tornando alla normalità ma nelle ultime settimane il mercato è di nuovo spaventato. Per fortuna, a parte alcuni casi, le aziende italiane del settore del vino la Russia e l’Ucraina non sono così strategiche. Se capitasse negli Stati Uniti la situazione sarebbe gravissima”