Intervista a Debora Magnaghi “Un Tuffo negli anni 90”
Debora Magnaghi è da sempre la nostra doppiatrice preferita ed è sicuramente una delle più brave che abbiamo qui in Italia. Un vero mito per tutti i ragazzi che ancora la seguono per i suoi doppiaggi. Le abbiamo scritto e Debora ci ha concesso un’intervista subito. “Preferisco parlare al telefono con voi per trasmettere meglio le mie emozioni nel lavoro che faccio”. Queste sono state le sue parole che ci hanno reso felici. Molto spudoratamente noi di RivistaDonna l’abbiamo intervistata al telefono. Ci ha concesso subito un’intervista molto piacevole e divertente, in cui abbiamo chiacchierato e ci ha raccontato molto più di quello che ci aspettavamo. È stato un piacere immenso per noi scoprire che è una persona così squisita, capace di emozionarci, e soprattutto la sua favolosa passione per il lavoro che fa sin da piccola. Questa intervista spero possa scatenare tantissime emozioni e favolosi ricordi, un vero tuffo negli anni 90 spensierati e divertentissimi. Grazie Debora.
Come inizia la tua avventura con i doppiaggi?
Parte da quando avevo 15 anni, guardavo i cartoni animati, in particolare Lady Oscar e da lì mi innamorai della sua voce, che era la voce di Cinzia De Carolis. E da lì iniziai già a pensare che questo poteva essere il mio lavoro ed ero sempre più convinta di questo.
Che bambina era Debora Magnaghi?
Ero una bambina molto timida e riservata. Una timidezza molto accentuata e penso che la passione per questo lavoro nasca dal fatto che volessi tirare fuori una parte di me che era nascosta, la mia creatività.
Come inizia il tutto?
Ho avuto un colpo di genio e inizio a imparare da autodidatta. Presi un videoregistratore, scrivevo le battute che volevo doppiare e così provavo a fare il doppiaggio. Tante alchimie che si mettono insieme e che hanno fatto sì che questa fosse la mia strada.
Per quanto tempo ti sei allenata?
Per un anno intero ho accantonato tutte le amicizie e mi sono messa a fare un corso di doppiaggio perché si passa da quello per poi conoscere i direttori. Quindi mi sono presentata a loro ed ero una bambina.
Come andò il provino?
Ho avuto molta fortuna. Mi hanno provato e hanno detto “Questa è brava”. Erano gli anni in cui andavano di moda gli anime giapponesi. Ed è stata una fortuna per me che in quel momento il capo redattore Mediaset avesse acquistato una grossa produzione di anime giapponesi. Avendo una voce giovane alle spalle una mia esperienza sono stata subito catapultata in quel mondo e a lavorare in modo molto importante. Avevo solo 15 anni e avevo già iniziato a fare doppiaggio. Mi è stato dato sin da subito un ruolo da protagonista.
Qual è stato il tuo primo personaggio doppiato?
Memole Dolce Memole e da lì in poi non mi sono più fermata con tanti altri personaggi.
Quanta tensione c’era nel tuo primo doppiaggio?
Sono molto legata a questo personaggio soprattutto per la lavorazione in sé, la tensione di fare una cosa più grande di me, e tanta ansia da prestazione. Ricordo la coprotagonista che era Daniela Fava con cui lavoravo sempre a stretto contatto e che mi ha insegnato a lavorare. Aveva vent’anni di lavoro alle spalle e mi ha insegnato tantissimi trucchetti.
Il doppiaggio degli anime giapponesi?
Il doppiaggio degli anime giapponesi è molto particolare. I personaggi non respirano mai perché non sono umani. E quindi io, essendo umana non riuscivo a respirare e questo non era affatto semplice.
C’è un personaggio che ci interessa in modo particolare. Batgirl. Cosa provi a doppiare questa supereroina?
Quando ho doppiato Batgirl mi sono sentita la persona più felice del mondo. Diciamo che è un onore perché Batgirl, esattamente come Batman, una supereroina, fa parte dell’immaginario collettivo di molte persone. Per cui averla doppiata mi ha dato una gioia inimmaginabile. Una supereroina… più di così non potevo chiedere altro!
Stai doppiando Batgirl nel videogioco che deve uscire intitolato Gotham Knights?
Purtroppo no. Non mi hanno contattata e non sapevo neanche dell’esistenza di questo videogioco. Forse sono diventata troppo vecchia. L’ultima volta che l’ho doppiata era nel videogioco Batman Arkham Knight del 2015.
Sono tanti i ragazzi che portano nel cuore la tua voce. Per te è una grande emozione questa?
È quasi imbarazzante. Sapere che sono tanti i ragazzi che hanno la passione nei confronti del mondo dei cartoni e di chi li doppia, mi fa un immenso piacere e a tutti loro dico grazie e continuate a seguirmi.
Quali sono le serie che hai fatto ultimamente?
Prince, Ben Tse Buv, e poi speravo di poter continuare a doppiare Ran Mouri di Detective Conan, un personaggio che ho doppiato per 20 anni.
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Oltre a lavorare in sala, mi sto cimentando da qualche anno anche nella direzione del doppiaggio. Questo è un lavoro principalmente di squadra, perché non è solo merito mio se le cose vanno bene, ma di tutte le figure professionali con cui collaboriamo. Si lavora a stretto contatto per tanto tempo e si crea tra di noi la giusta sinergia e l’amicizia.
Quanto è importante l’amicizia per te nel lavoro?
È fondamentale. Per me, che questo lavoro lo faccio per passione, diventa la cosa più importante. Ringrazio i miei genitori che mi hanno dato l’opportunità di fare questo mestiere, che a distanza di tanti anni rimane quello che volevo fare. È un lavoro di squadra e ha dei ruoli ben precisi, ed è importante provarli tutti. Io quando sono in sala mi diverto, anche perché fare un cartone animato è diverso rispetto ad un umano. Il cartone animato ti da la possibilità di divertirti, puoi fare quello che vuoi, puoi creare delle caratteristiche che l’originale non ha senza stravolgerlo. Diciamo che da più spazio alla creatività. Infatti è un lavoro di creatività ed è bello farlo, proprio come è bello avere delle persone che hanno il tuo stesso obiettivo affinché tutto funzioni al meglio. La collaborazione è tutto ed è fondamentale.
Con te facciamo un favoloso tuffo negli anni 90. Cos’ha rappresento per te questo periodo?
Sono felicissima di averne fatto parte. Ho fatto tantissime e bellissime cose e oggi ritrovo tantissimi ragazzi che si ricordano di me come la voce della loro infanzia.
Quanto ti piace l’improvvisazione?
Tantissimo. Quando mi chiamano solitamente non so mai prima chi devo doppiare, vado e basta. Il bello è anche questo. Non voglio sapere nulla perché mi piace farmi sorprendere. A me piace doppiare tutto, i reality, i cartoni animati, gli umani. Per me tutto questo è sempre una grande passione e soprattutto un grande divertimento.
Nella vita privata? Parlaci un po’ di te.
Fuori dal lavoro ultimamente mi sono appassionata moltissimo agli animali, in particolare al mio cane. È entrato a far parte della mia vita da tre anni e ho scoperto un nuovo mondo meraviglioso. Probabilmente nel futuro mi dedicherò a questa nuova passione. Posso dirvi che non ho mai avuto un cane e non avrei mai immaginato di impazzire così tanto per lui. Gli animali sono veramente un mondo fantastico.