Sara Maria Pini Il fascino della Legalità
Nata a Monza nel 1983, dal 2003 al 2005 Accademia Militare di Modena nel corso
Carabinieri, dal 2005 al 2008 Scuola Ufficiali Carabinieri a Roma conseguendo la laurea in giurisprudenza ed il grado di tenente. Dal 2008 al 2011 comandante del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di San Giovanni Valdarno in provincia di Arezzo, dal 2011 comandante della Compagnia Carabinieri di Jerzu.
COME E’ NATO IL DESIDERIO DI INTRAPRENDERE LA CARRIERA MILITARE?
Il mio interesse per la vita militare ed il rispetto per i valori che la divisa incarna è nato in famiglia fin da bambina, soprattutto grazie a mio padre che era ufficiale dell’Esercito in congedo. La passione per l’Arma dei Carabinieri invece è cresciuta con il tempo. Da piccola i Carabinieri mi venivano indicati come punto di riferimento esterno alla famiglia, li vedevo presenti nella vita della mia città e mi affascinava l’idea che ci fossero per aiutare chi avesse bisogno di aiuto. Crescendo ho preso coscienza della funzione sociale che effettivamente il Carabiniere ricopre quotidianamente e parallelamente mi sono resa conto del mio interesse per le materie giuridiche ed il fascino all’idea di poter condurre personalmente delle attività investigative.
QUALI SONO I PROBLEMI PER UNA DONNA AL COMANDO?
Ritengo che i problemi che si possono incontrare nell’esercizio dell’azione di comando, che sostanzialmente consiste nel dirigere, coordinare e controllare il proprio personale nelle diverse circostanze, siano in assoluto gli stessi indipendentemente dalla differenza di genere e siano connessi alla responsabilità di dover prendere la decisone “giusta”, nel momento giusto, in relazione ad un’ampia serie di fattori. Inizialmente sono stata accolta come una novità, con stupore e curiosità ma in una struttura gerarchica, l’importante è che il rapporto con i propri dipendenti sia improntato al rispetto reciproco ed alla sincerità intellettuale. La rapidità con cui si instaura tale rapporto è sicuramente connessa anche alle caratteristiche socio-culturali dell’ambiente in cui ci si trova ma in pratica è solo questione di tempo e di abitudine. Immagino che per il futuro, la difficoltà maggiore, considerata la disponibilità richiesta in termini di presenza e reperibilità, potrà essere conciliare la vita professionale con la gestione di una famiglia ma credo che, anche in questo caso, sia questione di scegliere lo
specifico incarico da ricoprire in relazione alla fase della vita in cui ci si trova.
CHE IMPRESSIONI HA AVUTO SUL TERRITORIO SARDO?
La Sardegna è sicuramente un’isola ricca di tradizioni e cultura ma in particolare sono rimasta affascinata dai paesaggi vasti e selvaggi che presenta il territorio della giurisdizione della Compagnia di Jerzu e gradualmente sto scoprendo arti e tradizioni che testimoniano la capacità dell’uomo di vivere ed integrarsi in questo ambiente naturale così particolare. Penso ad esempio alla produzione del vino a Jerzu, alla tradizione casearia di Tertenia e Cardedu, all’artigianato tessile della prima cooperativa femminile ad Ulassai ed al legame con la propria terra che emerge anche nei materiali e nei colori delle opere dell’artista Maria Lai. Anche l’attività venatoria, così praticata e diffusa, sottende, come ogni tradizione locale, storie e convenzioni sociali profonde.
COME E’STATA ACCOLTA DALLA COMPAGNIA DI JERZU?
Le dimensioni di Jerzu ed il numero degli abitanti ha sicuramente favorito un mio più rapido inserimento nella realtà locale ed una maggiore reciproca conoscenza con la popolazione con cui si sta instaurando un rapporto anche di fiducia che, al di là dell’aspetto esclusivamente privato, costituisce presupposto fondamentale per ricoprire effettivamente il mio ruolo istituzionale nel territorio. In relazione al rapporto con i militari della Compagnia, come già accennato, sono stata accolta come si accoglie una novità, con stupore, curiosità e per taluno perplessità ma, a distanza di un anno, grazie alla conoscenza reciproca, si è ormai instaurato un rapporto di reciproco rispetto, fiducia e confronto collaborativo.
SAPPIAMO DELLE SUE INIZIATIVE DI SENSIBILIZZAZIONE RIVOLTE AI RAGAZZI SULLA CULTURA DELLA LEGALITA’. CHE RISPONDENZA HANNO AVUTO NELLA POPOLAZIONE OLTRE CHE TRA I GIOVANI?
Gli incontri che ho tenuto nelle scuole con bambini e ragazzi sono frutto di una iniziativa promossa dal Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri volta alla diffusione della “cultura della legalità”. Il feed back che ho ricevuto da questa esperienza è stato estremamente positivo sotto vari profili. Personalmente ritengo sia particolarmente importante, soprattutto in questo momento storico in cui esiste un diffuso relativismo, che bambini e ragazzi vedano le Forze di Polizia come qualcosa di vicino, reale, presente e come punto di riferimento effettivo e avvicinabile. In occasione di questi incontri, oltre a spiegare e trattare gli aspetti giuridici e le conseguenze penali ed amministrative che possono assumere certi comportamenti (abuso di alcool, di sostanze stupefacenti, bullismo, rischi connessi alla criminalità informatica…) o a rispondere a curiose domande
riguardo alla vita militare, nella sostanza si pongono le basi per un rapporto di fiducia personale e professionale che spinge, soprattutto i più grandi, ad avvicinarsi alle istituzioni che cominciano ad essere considerate come più concrete ed utili tanto che, successivamente a tali incontri, mi è capitato più volte di essere contattata per parlare o per ricevere un consiglio. A livello preventivo, gli incontri con i ragazzi sono importanti poiché spiegando loro le gravi conseguenze, anche fisiche e permanenti, di determinati comportamenti illegali ed anti-sociali, prendono consapevolezza di come le leggi e le convenzioni non siano una
imposizione arbitraria ma una necessità per la tutela di loro stessi e degli altri. Penso ad esempio al rispetto delle norme del codice della strada. Sono convinta che l’acquisire tale consapevolezza possa aiutarli a rispettare le norme non solo per paura delle sanzioni ma perché convinti della loro utilità.Anche altre iniziative, rivolte ai genitori o alle fasce deboli, come donne ed anziani, sviluppate dai Comandi Stazione dipendenti, hanno riscosso l’apprezzamento da parte della popolazione soprattutto perché avvicinano la gente ai Carabinieri consentendo di
collaborare per conseguire una sicurezza più effettiva e diffusa e rendono più semplice affrontare il disagio emotivo che si subisce quando si diventa vittime di un reato.