Sardegna al top nella guida “Blu – Il mare più bello”

golettaÈ un quadro più che positivo quello emerso dall’esito del monitoraggio scientifico effettuato nelle acque della Sardegna e che premia gli sforzi messi in campo negli ultimi anni sul fronte della depurazione.

In tema di mare, anche quest’anno la Sardegna si conferma al top nella Guida Blu di Lega Ambiente e Touring club dove svetta ancora sul podio il comune di Posada in provincia di Nuoro che si piazza al terzo posto in Italia, sul podio della classifica delle località peninsulari e delle isole maggiori, premiato con la consegna delle “5 vele”, che si configura un riconoscimento assegnato anche ad altri tre comuni sardi: Bosa, Baunei e Domus De Maria.

Addirittura imbattibile la regione nella classifica dei comprensori turistici con ben cinque distretti nella top ten: al primo posto il golfo di Orosei, Ogliastra e Baronia.

A seguire Sinis e Arbus; Golfo degli angeli; Sulcis Iglesiente e Costa Nord Occidentale e Parco dell’Asinara.

È questa la fotografia scattata dalla celebre campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, realizzata anche grazie al contributo del Coou, Consorzio Obbligatorio degli oli usati, patner ufficiale della campagna estiva di Lega ambiente nel monitoraggio delle acque che da 30 anni si occupa della raccolta e del riciclo dell’olio lubrificante usato su tutto il territorio e la cui difesa dell’ambiente e del mare in particolare rappresenta uno dei suoi obiettivi d’interesse principale.

L’olio usato si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche, nei mezzi agricoli e nell’olio usato presente in casa di ciascun cittadino. Se eliminato in modo scorretto questo rifiuto pericoloso può danneggiare l’ambiente in modo gravissimo: 4 chili di olio usato, il cambio dell’auto, se versati in mare inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche.

L’obiettivo del monitoraggio di Goletta Verde è proprio quello di individuare i punti critici di una regione, analizzando il carico batterico che arriva in mare.

Legambiente, è bene ribadirlo effettua un’istantanea che non vuole sostituirsi ai monitoraggi ufficiali e non assegna patenti di balneabilità.

468x234_1404560205

Certo è che alcuni punti critici evidenziati dagli studi meritano un osservazione più precisa da parte di autorità competenti.

I prelievi e le analisi di Goletta Verde sono stati eseguiti dal laboratorio mobile di Legambiente nei giorni 27,28, 30 giugno e 1 Luglio. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e vengono considerati come inquinati i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e fortemente inquinati quelli che superano il doppio di tali valori.

Sono solo 3 i punti su 29 che sono stati analizzati che hanno presentato una carica batterica oltre quella consentita dalla legge: 2 punti nella provincia di Sassari: alla foce del rio Cuggiani, in località San Pietro a mare e alla foce del fiume Silis a sorso, giudicati fortemente inquinati: 1 punto in provincia di Oristano a Tresnuraghes allo sbocco del canale sulla spiaggia Poro Alabe che è stato giudicato inquinato.

Gli altri 27 punti analizzati sono 6 in provincia di Cagliari, 3 punti in Ogliastra 3 punti ad Oristano, 7 in provincia di Olbia –Tempio, 6 a Sassari.

Questi sono i risultati sulle acque costiere elaborati dall’equipe tecnica della Goletta Verde e presentati il 10 Luglio in conferenza stampa a Cagliari da Serena Carpentieri, portavoce di goletta Verde e Marta Battaglia, direzione Legambiente Sardegna.

Francesca Soddu ed Eva Mameli