I Fumetti di Dany e Dany
Daniela Serri e Daniela Orrù, in arte Dany&Dany, vivono e lavorano a Cagliari, loro città natale. Amano disegnare e raccontare storie, una passione diventata un lavoro. Sono loro infatti, le ideatrici dei testi dei loro fumetti, storie uniche di originalità e avventura. Debuttano come autrici di fumetti nel 2002 con la graphic novel e dalla Sardegna sbarcano in America. Inoltre, dal 2003, tengono ‘lezioni di manga’ per i corsi di fumetto organizzati da “Gruppo Misto Comunicazione” e, dal 2006, per i corsi della scuola di fumetto “Fare Fumetto”.
Quando avete iniziato a disegnare Fumetti?
Da un punto di vista professionale, abbiamo cominciato a scrivere e disegnare fumetti una decina d’anni fa. La nostra però è una passione che ci accompagna da sempre.
Vi ispirate a qualche fumettista in particolare?
Le nostre fonti di ispirazione sono molteplici e, anche se può sembrare un paradosso, la maggior parte è slegata dal fumetto. Cinema, letteratura e musica sono per noi fonti inesauribili. Per non parlare poi della storia. Questo non toglie che abbiamo avuto, e continuiamo ad avere, tanto da imparare dall’esempio di grandi autori soprattutto Giapponesi, essendo il nostro stile di disegno decisamente fi lo-nipponico. Takehiko Inoue e Naoki Urasawa sono gli ultimi due in ordine di tempo. Giapponesi a parte, c’è un’importante eccezione: Neil Gaiman, autore inglese della serie a fumetti “Sandman” e di tante altre bellissime storie a fumetti e non.
Di cosa parlano i vostri fumetti?
Le nostre graphic novel raccontano storie diverse tra loro. Sono romanzi a fumetti tra le 100 e le 150 pagine, ciascuno con una trama autoconclusiva a sè stante. In generale però, possiamo dire di aver sviluppato soprattutto due generi: il gotico d’azione da una parte e un tema più quotidiano, erotico-sentimentale, dall’altra. Quest’ultimo rappresenta la maggior parte della nostra produzione con pubblicazioni in lingua italiana, inglese e tedesca. A prescindere dal discorso sul genere, comunque, cerchiamo sempre di realizzare storie che diano un posto centrale ai personaggi e alle loro psicologie.
Quanto tempo impiegate per realizzarli?
Attualmente riusciamo a produrre una tavola al giorno, completa di inchiostri, grigi, balloons e lettering. “The lily and the rose”, il fumetto che è uscito un paio di mesi fa negli USA, è lungo 140 pagine e l’abbiamo realizzato in meno di sei mesi, durante i quali abbiamo anche scritto e tradotto in inglese il soggetto e la sceneggiatura, oltre realizzato l’illustrazione di copertina.
Come mai qui in Sardegna non siete riuscite a farvi conoscere?
Se il problema qui in Sardegna fosse farci conoscere, non potremmo davvero lamentarci. I nostri lavori sono sempre andati esauriti nelle fumetterie isolane e ogni mostra o presentazione a cui abbiamo partecipato ha sempre attirato un pubblico numeroso e affettuoso. Tuttavia, il nostro obiettivo non è farci conoscere, ma fare. E qui in Sardegna, purtroppo, c’è davvero poco da fare… in tutti i sensi.Neppure nel resto dell’Italia ci sono molte occasioni di lavoro. Si parla spesso della crisi decennale che affl igge il fumetto italiano, ma non si fa nulla per modernizzarlo: i giovani autori purtroppo,non vengono considerati una risorsa su cui investire . Se poi hanno uno stile poco “tradizionale” come il nostro, allora il trattamento è anche peggiore. E triste che l’Italia debba sempre essere l’ultimo vagone traballante del treno… In Francia, in Germania e in Spagna la situazione è completamente diversa, per non parlare degli Stati Uniti. E’ stato solo grazie ad internet che siamo riuscite a trovare una strada alternativa all’estero, come anche molti nostri colleghi italiani.
Com’è la vostra esperienza in America?
Fantastica! Siamo davvero entusiaste di essere entrate nel mercato statunitense. Un mese fa siamo state a San Francisco in occasione di una fiera di fumetto e abbiamo potuto toccare con mano la vitalità e il caloresia degli addetti ai lavori, che del pubblico. Gli editori investono molte risorse per lanciare nuovi talenti e sono in grado di garantire una distribuzione e una campagna promozionale che purtroppo in Italia neanche ci sogniamo. Certo la crisi c’è anche là, ma la si affronta in modo radicalmente opposto: non ripiegandosi su se stessi come in Italia, ma aprendosi alle novità e sperimentando. Questo dinamismo incoraggia le nuove produzioni e queste stimolano il mercato.
Per quale rivista, giornale lavorate?
I nostri fumetti sono albi di oltre 100 pagine e non potrebbero essere contenuti all’interno di riviste e giornali, perciò vengono pubblicati come libri a fumetti singoli. Escono nelle librerie e nelle fumetterie. Attualmente pubblichiamo con la casa editrice americana “Yaoi Press” e con la tedesca “Wild Side”. Inoltre abbiamo appena concluso le trattative con un’altra casa editrice americana, di cui però non possiamo ancora fare il nome, con la quale abbiamo in progetto una serie a fumetti. Per quanto riguarda riviste e giornali, finora le nostre collaborazioni si sono limitate alla pubblicazione di singole illustrazioni, per lo più per correlare articoli sul fumetto in generale o su di noi come autrici.
Qual è il fumetto che vi è riuscito meglio? E il meno riuscito?
Siamo molto affezionate a tutti i nostri lavori e sappiamo di averli fatti nel modo migliore possibile rispetto ai mezzi e alle capacità che possedevamo nel momento della realizzazione. A livello affettivo sono tutti sullo stesso piano; a livello tecnico-qualitativo per fortuna vanno migliorando col passare del tempo e speriamo possa essere sempre così.